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Recensioni

“La vibrazione del colore... nel segno e nel gesto mutuante..”

 

“L’ assimilazione e la rilettura in chiave personale delle correnti che hanno rinnovato la pittura moderna sul versante di fantasia, gestualità, invenzione, espressione estroversa, uno sperimentalismo che non si è creato vincoli di tendenza, di tecniche, uniti ad un talento naturale e ad una vitalità produttiva eccezionale, sono i caratteri che distinguono Barbara Scacchetti nel panorama artistico e nell’ambito culturale in cui opera. Queste qualità unite ad una regolare formazione accademica, sufficiente per entrare nel novero degli artisti di rango, non assicurano tuttavia un percorso senza ostacoli nella presente fase della non pittura, in cui si chiede all’arte di esprimere concetti e idee, si considera in subordine la preparazione, si raffredda il talento sottomettendolo alle scelte di campo, quando non al compiacimento mondano. (Arrigo Grazia)

“La verità della terra, il calore del bronzo...”

Barbara Scacchetti ha continuato il suo percorso confrontandosi con le forme plastiche della scultura e l’anima segreta della materia, passando attraverso le alchimie della pittura, dell’incisione calcografica e delle tecniche più svariate.

 

Come  rileva Costanza Musetti:

“... usa la terracotta, il bronzo, il legno e i materiali più eterogenei in una sorta  di ricerca spirituale che rende le sue opere essenziali, semplici, ma al contempo estremamente significative, legate quasi ad mondo ancestrale. Le sue sculture, tra astrazione e figurazione, danno vita ad embrioni, creature purissime che si uniscono tra loro, si abbracciano e danzano in un’armonia ricercata e ottenuta attraverso la fondamentale esperienza della pittura.”

(Costanza Musetti, Catalogo dicembre 2002).

Anche le opere sorte come modelli da realizzare in grandi dimensioni,  rivelano una costante ricerca dell’ essenziale ed una monumentalità intrinseca. Sono forme e strutture semplificate in cui prendono corpo creature in terra o bronzo, che danzano, si raggruppano in cori, si abbracciano e affidano allo spazio la loro verità; esse vivono nel sottile equilibrio compositivo di pieni e di vuoti, tra astrazione e figurazione. Sono forme che pur dettate da un istinto primario, hanno attraversato un lungo processo di studio e rielaborazione. Sono figure,   presenze che si svelano tra superfici inquiete, spessori e vuoti improvvisi. In questo colloquio,  tra reale ed immaginario,  lo spazio si comprime in una monumentalità che rimanda a geometrie ed equilibri  classici.   Sono invenzioni che raffigurano un proprio repertorio linguistico  in  cui prendono corpo pensieri ed emozioni.  Per l'artista, che ha al suo attivo una ampio percorso artistico, dalla  pittura alla scultura dal disegno alla calcografia, in cui materia e superficie, segno e disegno,  prendono corpo e mostrano la loro verità, filtrata da un lungo processo di studio e  rielaborazione personale, i risultati  possono  ritenersi aspetti-strumenti molteplici di una sola arte, di un solo sentire, di un solo vedere che affermano valori universali che seguono vie esclusivamente proprie e non  dettate dalle mode.

 

 

“La forza del segno, la magia delle ombre...”

In campo calcografico, attiva dai primi anni ’90, ha inciso numerose matrici in acquaforte, vernice molle, acquatinta e puntasecca generalmente stampate da lei stessa in tirature molto basse.

In molte prove grafiche recenti, sembra interessata al contatto con la terra, all’indagine di foglie, zolle e radici, nella descrizione di una natura umile e silenziosa, ricca di umori, in un processo mentale che, per temi e concetti, potrebbe essere definito come un “nuovo” naturalismo. In alcune opere l’impianto figurativo viene spesso dilatato da un’ analisi ravvicinata, capace di confondere la forma dei soggetti e di trasportarli ai limiti di un linguaggio non figurativo.

 

 

Dallo stralcio di uno scritto  di Giuseppe Frati, tratto dal volume “Lateres: Latenze” (1996), che, fra i primi, ha osservato e posto in evidenza tali analogie : “... Il rapporto di Barbara Scacchetti con la natura, nell’intenso arco del suo operare, si evidenzia in un linguaggio articolato, ricco di motivazioni e di diversificati mezzi espressivi. Le sue opere si inseriscono in quell ’area interpretativa ove la visione delle immagini naturali e le invenzioni formali sono mediate dall’attento, qualificato equilibrio della sua personale espressività poetica ed operativa in una sempre vibrante ed autonoma  interpretazione astratta del reale.”     (Giuseppe Frati)

 

 

 

“Zolle” è il titolo di un ciclo di incisioni di B. Scacchetti, realizzate in diversi periodi e con varie tecniche. Non sono da intendersi  nel senso più letterale del termine, limitandosi  a rappresentare grumi di  terra impastata d’acqua in cui si organizza e si modella la vita, sono bensì luoghi in cui il cielo e la terra si incontrano, luoghi di sintesi e presenze a cui il pensiero di ciascuno non può rinunciare, angoli necessari e silenziosi della memoria. Queste isole, emerse da antiche morsure, testimoniano la ricerca di un punto di contatto tra linguaggio iconico e aniconico ed esprimono con una poetica di matrice informale, un bisogno di sintesi, di miti e di natura.

(Da “Il segno dell’acqua & il testimone del rame” a cura di Marco Fiori).